Oliviero Mogno
MISCELLANEA
LETTERE
LA CONDANNA DI IPPOLITO
Trieste, il 26 agosto 1965
Spett. Redazione de La Stampa
Rubrica «Specchio dei tempi»
Torino
In questi giorni, in occasione del deposito alla cancelleria del tribunale di Roma della motivazione di ricorso in appello avverso la sentenza di condanna a 11 anni di reclusione nei confronti dell'ex segretario generale del Cnen, tutta la questione, che profondamente ha scosso l'opinione pubblica italiana, e non soltanto italiana, sta tornando alla luce della ribalta.
Di nuovo tutti ne parlano, ma ben pochi, nel nostro Paese, osano esprimere per iscritto la propria sincera opinione sull'argomento nel timore di incorrere nei rigori della legge. Anch'io vorrei dire sinceramente il mio pensiero su questa vicenda giudiziaria che, più di ogni altra, appare come lo specchio dei travagliati tempi in cui viviamo, ma anch'io sono trattenuto dal medesimo timore. I punti che vorrei mi fossero preventivamente chiariti sono i seguenti:
1. È permesso a un semplice cittadino di esprimere un giudizio critico su una sentenza della magistratura?
2. Se non è permesso, come mai si è tollerato, anzi ci si è compiaciuti della critica favorevole di alcuni zelantissimi commentatori?
3. E se la critica favorevole è auspicata mentre è condannata quella negativa, allora domando: è almeno permesso a un semplice cittadino di criticare con rigore e severità tutte le assurdità, gli strafalcioni giuridici e gli attentati alla morale contenuti nei commentari osannanti scritti e pubblicati da altro cittadino par suo?
Con i miei saluti più cordiali
Oliviero Mogno