Oliviero Mogno

MISCELLANEA
LETTERE

L'ORDINE AUTONOMO DEI MONACI VERENESI




 



Da Trieste, il 24 febbraio del 1969

Alla sede della Chiesa Rinnovata
Via Castel Morrone, 4 - Milano

   Nella nostra qualità di fondatore e primate dell'Ordine Autonomo dei Monaci Verenesi, ci è gradito di chiedere alle Loro Eminenze, i reggitori di Codesta Sede italiana della Rinnovata Chiesa Clementina, il privilegio di ricevere gli atti costitutivi della Chiesa stessa onde farne oggetto, alla primaverile riunione plenaria del nostro Capitolo, di quello studio approfondito che, come è nei nostri fervidissimi voti, possa promuovere, nel pieno rispetto della differenziazione liturgica e rituale, la formulazione unitaria dei principi dottrinali e l'azione concomitante nell'opera di rinnovamento e di salvazione.
   Con fraterno affetto

Oliviero

 

   Inventato qualche anno prima (si veda anche la lettera del 21 febbraio 1967 al Prof. Ugo Spirito) in occasione di una gita al Monte Verena in compagnia dell'amico Pepin Grossa, l'Ordine Autonomo dei Monaci Verenesi fu rispolverato quando sui giornali fu pubblicata la notizia dell'espulsione dall'Italia di Michel Colin, che si era proclamato antipapa con il nome di Clemente XV.
   Non risulta perché si sia rapidamente esaurito questo divertimento, che era stato evidentemente progettato per una più lunga vita se aveva addirittura ispirato la stesura di un primo foglio manoscritto di «Appunti di teologia verenese»:
   «Del concetto di Dio»
   «L'affermazione secondo la quale Dio è infinito, onnipotente, onnipresente, infinitamente buono e sapiente, etc., non è ammissibile perché priva di logicità. Infatti essa implicherebbe che l'infinità, la potenza, la bontà, la sapienza, etc., siano attributi di Dio. Ma se Dio è il Tutto deve necessariamente essere privo di qualsiasi attributo, perché l'attributo è proprio del particolare e soltanto del particolare che, in forza dei propri attributi, si distingue da altro particolare. L'attributo non può quindi essere del Tutto di cui ogni particolare è costitutivo e implicito.
   «Nemmeno può dirsi che Dio è vero. Si può dire soltanto che Dio è il Tutto e quindi anche la Verità. Il Tutto, cioè Dio, si afferma nella mente umana come concetto puramente astratto e pertanto non è conoscibile nella sua essenza che è costituita dalla infinità delle sue determinazioni. Ciò che è conoscibile all'uomo è solo la realtà e cioè il rapporto soggetto-oggetto che riflette quell'aspetto della Verità che l'uomo può via via scoprire servendosi delle proprie facoltà. La limitatezza delle facoltà umane implica quindi la limitatezza della realtà.
   «Ma la verità, l'infinità, così come la Bontà, la Sapienza, etc., non solo sono concetti parziali, ma anche esclusivi dei loro opposti, sicché il Tutto che, per essere tale, deve tutti comprenderli, implica nell'identificazione di Dio con il tutto, che egli è anche la falsità, la limitatezza, la cattiveria, l'ignoranza, etc.
   «Se, invece, Dio non assommasse in sé tali termini negativi, allora non potrebbe dirsi che egli sia il Tutto, ma solo una parte che implica l'esistenza di un'altra Entità all'infuori di lui. Questa seconda Entità sarebbe dunque il Diavolo.
   «In tal caso la somma di Dio più il Diavolo sarebbe il Tutto. Ma questa somma, cioè il Tutto, per essere veramente tale, deve comprendere pure il suo opposto che è il Nulla».

 

Milano 26.2.69

 

   Preg. Sig. Oliviero Mogno,
   Riceviamo con molto piacere la Sua lettera che provvederemo a consegnare, insieme alla corrispondenza più importante, Sabato prossimo, a S.S. Clemente XV, a Clemery.
   Provvediamo, per ora, ad inviarle, in busta a parte, alcuni stampati illustranti la vita e la missione dell'uomo che, per volere Divino, si è accinto, da tempo, al rinnovamento della Chiesa Cattolica.
   Rimaniamo in attesa di un Suo cenno di risposta ed augurandoci di poterLa presto conoscere personalmente Le inviamo, insieme ai nostri più cordiali e fraterni saluti, la nostra benedizione.

Padre Alfonso

 

Da Trieste, il 4 marzo del 1969

Reverendissimo Padre Alfonso
Regno di Maria Corredentrice
Via Castelmorrone, 4 - Milano

   Reverendissimo Padre Alfonso,
   Ho ricevuto la Sua cortese lettera del 26 febbraio u.s. e anche gli stampati illustranti la vita e la missione di S.S. Clemente XV. Del tutto Le sono vivamente grato e La assicuro che il materiale inviatomi verrà esaminato con tutta l'attenzione e il rispetto che gli sono dovuti.
   Mi preme tuttavia di renderle noto che i motivi di divergenza tra il nostro Ordine Autonomo Verenese e la Chiesa Romana si accentrano principalmente sull'esegesi delle Sacre Scritture, con tutte le conseguenti implicazioni dottrinarie, teologiche, dogmatiche e catechistiche, cosicché è su questi punti fondamentali che noi siamo particolarmente ansiosi di conoscere l'illuminato pensiero del Santo Padre onde poter stabilire, in sede capitolare, la nostra posizione nei confronti della Chiesa Rinnovata.
   Con ripetuti ringraziamenti, mi è ben gradito ricambiare di cuore i Suoi saluti e la Sua benedizione.

Oliviero

 

Milano 14.3.69

   Preg. Sig. Oliviero Mogno,
   Molto presto, S.S. Clemente XV sarà nuovamente in Italia, fra noi, per fermarsi a Suo piacere.
   In tale occasione Le sarà possibile conferire personalmente con il S. Padre e conoscere la Sua interpretazione delle Sacre Scritture.
   Domenica prossima, a Lugano, ci incontreremo con Clemente XV, e gli sottoporremo questa Sua 2* lettera.
   Accetti, coi nostri migliori saluti, la nostra benedizione.

Il Superiore
Padre Alfonso